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AVVERTENZE
La sicurezza e l'efficacia di amlodipina non e' stata stabilita nelle crisi ipertensive. Popolazioni speciali. Donne in gravidanza: gli ACE inibitori come il ramipril o gli antagonisti del recettore dell'Angiotensina II (AIIRA) non devono essere usati durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore/AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori/AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Pazienti particolarmente a rischio di ipotensione: i pazienti con iperattivazione del sistema renina- angiotensina-aldosterone sono a rischio di un notevole calo acuto della pressione arteriosa e nel deterioramento della funzione renale dovuto all'ACE inibizione, specialmente quando l'ACE inibitore o un diuretico in associazione sono somministrati per la prima volta, o al primo incremento della dose. Si deve prevedere quindi un'attivazione significativa del sistema renina-angiotensina-aldosterone ed e' necessaria una sorveglianza medica, che includa il monitoraggio della pressione sanguigna, per esempio in: pazienti con ipertensione grave; pazienti con insufficienza cardiaca congestizia scompensata; pazienti con ostacolo emodinamicamente rilevante all'afflusso o al deflusso ventricolare sinistro (ad es. stenosi valvolare aortica o mitralica); pazienti con stenosi unilaterale dell'arteria renale con secondo rene funzionante; pazienti in cui vi e' o si puo' sviluppare deplezione di fluidi o di sali (inclusi i pazienti in trattamento con i diuretici); pazienti con cirrosi epatica e/o ascite; durante interventi chirurgici importanti o durante anestesia con farmaci che causano ipotensione. In genere si raccomanda di correggere la disidratazione, l'ipovolemia o la deplezione di sali prima di iniziare il trattamento (tuttavia nei pazienti con insufficienza cardiaca tale azione correttiva deve essere attentamente valutata contro il rischio di un sovraccarico). Pazienti a rischio di ischemia cardiaca o cerebrale in caso di ipotensione acuta. La fase iniziale del trattamento richiede un attento controllo medico. Pazienti con insufficienza cardiaca: i pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela. In uno studio a lungo termine, controllato con placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca grave (NYHA di classe III e IV), l'incidenza segnalata di edema polmonare era piu' alta nel gruppo trattato con amlodipina rispetto al gruppo trattato con placebo (vedere paragrafo 5.1). I bloccanti dei canali del calcio, tra cui l'amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, in quanto possono aumentare il rischio di eventi cardiovascolari futuri e mortalita'. Pazienti con funzione epatica compromessa: l'emivita plasmatica di amlodipina e' prolungata e i valori dell'AUC sono maggiori in pazienti con funzionalita' epatica compromessa; per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi. Amlodipina dovrebbe quindi essere inizialmente assunta al dosaggio piu' basso ed usata con cautela sia all'inizio del trattamento che all'aumentare del dosaggio. I tiazidi devono essere usati con cautela nei pazienti con funzione epatica compromessa o malattia epatica progressiva, poiche' alterazioni modeste del bilancio dei liquidi e degli elettroliti, possono precipitare in un coma epatico La massima dose giornaliera di ramipril nei pazienti con funzione epatica compromessa non deve eccedere 2,5 mg. Tuttavia, Pressafix non deve essere usato in pazienti con compromissione epatica poiche' la quantita' di ramipril contenuta nell'associazione eccede la massima dose giornaliera (2,5 mg) consentita nei pazienti in questa condizione, Pazienti con compromessione renale: la funzionalita' renale deve essere valutata prima e durante il trattamento con Pressafix e la dose deve essere aggiustata, in particolare nelle prime settimane di trattamento. Nei pazienti con compromissione della funzionalita' renale si richiede un monitoraggio particolarmente attento (vedere il paragrafo 4.2). Nei pazienti con malattie renali croniche, i diuretici tiazidici possono aggravare l'uremia. Quando Pressafix e' usato nei pazienti con compromissione della funzione renale e' raccomandato il monitoraggio periodico degli elettroliti sierici (incluso il potassio), della creatinina e dei livelli sierici di acido urico. Pressafix e' controindicato nei pazienti con compromissione renale grave, stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale in un singolo rene funzionante. Non e' anche raccomandato questo medicinale in caso di singolo rene funzionante e in caso di ipokaliemia. Esiste il rischio di un danneggiamento della funzionalita' renale, in particolare nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o dopo trapianto di rene. Pazienti anziani: Vedere paragrafo 4.2. Chirurgia: se possibile, si raccomanda di interrompere il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina come ramipril un giorno prima dell'intervento chirurgico. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenti il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalita' renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non e' pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco del RAAS e' considerata assolutamente necessaria, cio' deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con un frequente e attento monitoraggio della funzionalita' renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Ipersensibilita'/Angioedema: e' stato segnalato angioedema in pazienti in trattamento con ACE inibitori incluso il ramipril (vedere paragrafo 4.8). L'uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan e' controindicato a causa dell'aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima di 36 ore dall'ultima dose di ramipril. Il trattamento con ramipril non deve essere iniziato prima di 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
ACE inibitori, associazioni.
CONSERVAZIONE
Conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' ad amlodipina o ad altri calcio-antagonisti diidropiridinici (bloccanti dei canali del calcio), al ramipril o altri ACE (Enzima di Conversione dell'Angiotensina)inibitori, all'idroclorotiazide o altri diuretici tiazidici, alle sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; riscontro anamnestico di angioedema (ereditario, idiopatico o pregresso angioedema con ACE inibitori (Enzima di Conversione dell'Angiotensina) o antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA)); shock (incluso shock cardiogeno); secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); allattamento (vedere paragrafo 4.6); trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente (vedere paragrafo 4.5); stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi unilaterale in pazienti con un unico rene funzionante; grave compromissione renale (clearance della cretinina < 30 ml/min); in pazienti con ipotensione o emodinamicamente instabili; ipokaliemia refrattaria, iponatremia, ipercalcemia e ipeuricemia sintomatica; ostruzione dell'efflusso ventricolare sinistro (per es. stenosi aortica di grado elevato); in associazione con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (ARB) in pazienti con nefropatia diabetica (vedere paragrafi 4.4 e 4.5); uso concomitante con sacubutril/valsartan. Ramipril non deve essere iniziato prima di 36 ore dopo l'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.4 e 4.5); l'uso concomitante di Pressafix con medicinali contenenti aliskiren e' controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (GFR < 60 ml/min/1,73 m^2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1); compromissione epatica (vedere paragrafo 4.4).
DENOMINAZIONE
PRESSAFIX CAPSULE RIGIDE
ECCIPIENTI
Contenuto della capsula Cellulosa microcristallina Calcio fosfato dibasico anidro Amido di mais pregelatinizzato Carbossimetilamido sodico (tipo A) Sodio stearil fumarato Rivestimento della capsula (5 mg/5 mg/12,5 mg) Ossido di ferro rosso (E 172) Ossido di ferro nero (E 172) Titanio diossido (E 171) Gelatina Rivestimento della capsula (5 mg/5 mg/25 mg) Ossido di ferro rosso (E 172) Ossido di ferro giallo (E 172) Titanio diossido (E 171) Gelatina Rivestimento della capsula (10 mg/5 mg/25 mg) Ossido di ferro rosso (E 172) Ossido di ferro giallo (E 172) Titanio diossido (E 171) Gelatina Rivestimento della capsula (10 mg/10 mg/25 mg) Ossido di ferro rosso (E 172) Ossido di ferro giallo (E 172) Ossido di ferro nero (E 172) Titanio diossido (E 171) Gelatina
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Ramipril: le reazioni avverse piu' comunemente segnalate durante il trattamento con ramipril sono potassio ematico aumentato, cefalea, capogiri, ipotensione, pressione arteriosa ortostatica ridotta, sincope, tosse fastidiosa non produttiva, bronchite, sinusite, dispnea, infiammazione gastrointestinale, disturbi digestivi, disagio addominale, dispepsia, diarrea, nausea, vomito, eruzione cutanea soprattutto maculopapulare, spasmi muscolari, mialgia, dolore al petto, affaticamento. Gravi reazioni avverse includono agranulocitosi, pancitopenia, anemia emolitica, infarto miocardico, angioedema, vasculite, broncospasmo, pancreatite acuta, insufficienza epatica, insufficienza renale acuta, epatite, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson ed eritema multiforme. Amlodipina Le reazioni avverse piu' comunemente segnalate durante il trattamento con amlodipina sono sonnolenza, capogirii, cefalea, palpitazioni, vampate, dolore addominale, nausea, gonfiore alle caviglie, edema e affaticamento. Gravi reazioni avverse includono leucopenia, trombicitopenia, infarto miocardico, fibrillazione atriale, tachicardia ventricolare, vasculite, pancreatite acuta, epatite, angioedema, eritema multiforme, dermatite esfoliativa e sindrome di Stevens-Johnson. Idroclorotiazide: il principio attivo idroclorotiazide puo' portare ad un aumento del glucosio ematico, aumento di colesterolo e/o trigliceridi ematici, aumento di acido urico ematico e ad una riduzione del potassio plasmatico. Gli effetti indesiderati osservati nel corso dell'uso dei principi attivi separatamente vengono riportati secondo i seguenti gruppi di frequenza: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Ramipril. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: eosinofilia; raro: diminuzione del numero di globuli bianchi (inclusa neutropenia o agranulocitosi), diminuzione del numero di globuli rossi, emoglobina ridotta, diminuzione della conta piastrinica; non nota: insufficienza del midollo osseo, pancitopenia, anemia emolitica. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattiche o anafilattoidi, anticorpi antinucleo aumentati. Patologie endocrine. Non nota: sindrome da secrezione inappropriata di ormone antidiuretico (siadh). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperkaliemia; non comune: anoressia, diminuzione dell'appetito; non nota: sodio ematico diminuito. Disturbi psichiatrici. Non comune: umore depresso, ansia, nervosismo, irrequietezza, disturbi del sonno inclusa sonnolenza; raro: stato confusionale; non nota: disturbi dell'attenzione. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiri; non comune: vertigini, parestesia, ageusia, disgeusia; raro: tremore, disturbo dell'equilibrio; non nota: ischemia cerebrale che include ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, capacita' psicomotorie compromesse, sensazione di bruciore, parosmia. Patologie dell'occhio. Non comune: disturbo della visione inclusa visione offuscata; raro: congiuntivite. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Raro: compromissione dell'udito, tinnito. Patologie cardiache. Non comune: ischemia miocardica che include angina pectoris o infarto del miocardio, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico; patologie vascolari. Comune: ipotensione, pressione arteriosa ortostatica ridotta, sincope; non comune: rossore; raro: stenosi vascolare, ipoperfusione, vasculite; non nota: fenomeno di raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse fastidiosa non produttiva, bronchite, sinusite, dispnea; non comune: broncospasmo con aggravamento dell'asma, congestione nasale; patologie gastrointestinali. Comune: infiammazione gastrointestinale, disturbi della digestione, fastidio addominale, dispepsia, diarrea, nausea, vomito; non comune: pancreatite (con gli ace inibitori sono stati segnalati molto eccezionalmente casi ad esito fatale), aumento degli enzimi pancreatici, angioedema dell'intestino tenue, dolore nella parte alta dell'addome inclusa gastrite, stipsi, bocca secca; raro: glossite; non nota: stomatite aftosa. Patologie epatobiliari. Non comune: enzimi epatici e/o bilirubina coniugata aumentati; raro: ittero colestatico, compromissione epatocellulare; non nota: insufficienza epatica acuta, epatite colestatica o citolitica (eccezionalmente con esito fatale). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, in particolare maculopapulare; non comune: angioedema; in casi veramente eccezionali, l'ostruzione delle vie aeree dovuta all'angioedema puo' avere esito fatale, prurito, iperidrosi; raro: dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi; molto raro: reazioni di fotosensibilita'; non nota: necrolisi epidermica tossica, sindrome di stevens-johnson, eritema multiforme, pemfigo, aggravamento della psoriasi, dermatite psoriasiforme, esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, alopecia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: spasmi muscolari, mialgia; non comune: artralgia. Patologie renali e urinarie. Non comune: compromissione renale che include insufficienza renale acuta, diuresi aumentata, peggioramento di proteinuria preesistente, urea ematica aumentata, creatinina ematica aumentata. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza erettile transitoria, diminuzione della libido; non nota: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore al petto, affaticamento; non comune: piressia; raro: astenia. Amlodipina. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: leucopenia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazioni allergiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: iperglicemia. Disturbi psichiatrici. Non comune: cambiamenti di umore (incluso ansia), insonnia, depressione; raro: confusione. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiri, sonnolenza (soprattutto all'inizio del trattamento); non comune: tremore, disgeusia sincope, ipoestesia, parestesia; molto raro: ipertonia, neuropatia periferica; non nota: disturbo extrapiramidale. Patologie dell'occhio. Comune: disturbo della visione (inclusa diplopia). Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito. Patologie cardiache. Comune: palpitazioni; non comune: aritmia (inclusi bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale); molto raro: infarto del miocardio. Patologie vascolari. Comune: rossore; non comune: ipotensione; molto raro: vasculite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea; non comune: rinite, tosse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: l'uso di Pressafix non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso di Pressafix e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Relativo a ramipril: l'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un lieve aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitori. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad una terapia con ACE inibitori /angiotensina (AIIRA) durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitori dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Relativo ad amlodipina: la sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non e' stata stabilita. Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti di tossicita' riproduttiva in seguito a somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 5.3). L'uso in gravidanza e' raccomandato solo se non esiste un'alternativa piu' sicura e quando la malattia stessa comporta rischi importanti per la madre e per il feto. Relativo a idroclorotiazide: Idroclorotiazide puo' causare ischemia feto-placentare e il rischio di un ritardo della crescita, in caso di esposizione prolungata durante il terzo trimestre di gravidanza. Sono stati inoltre segnalati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati in seguito all'esposizione della madre al medicinale nel periodo vicino al termine di gestazione. Idroclorotiazide puo' ridurre il volume plasmatico e il flusso sanguigno uteroplacentare. Ramipril/amlodipina/idroclorotiazide: non c'e' esperienza sull'uso di Pressafix nelle donne in gravidanza. Sulla base dei dati disponibili dei singoli principi attivi, l'uso di Pressafix non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso di Pressafix e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3 e 4.4) Allattamento: Pressafix e' controindicato durante l'allattamento. La decisione di interrompere l'allattamento o interrompere la terapia con Pressafix deve essere presa tenendo conto del beneficio dell'allattamento per il bambino e i benefici della terapia per la donna. L'associazione ramipril e idroclorotiazide e' controindicata durante l'allattamento. Ramipril e idroclorotiazide sono escreti nel latte materno per cui quando dosi terapeutiche di ramipril e idroclorotiazide vengono somministrate a donne che allattano, sono probabili effetti sul bambino allattato. Sono disponibili insufficienti informazioni riguardanti l'uso del ramipril durante l'allattamento, per cui durante l'allattamento del neonato o del prematuro e' da preferire un trattamento alternativo con comprovato profilo di sicurezza. Idroclorotiazide e' escreta nel latte materno. L'assunzione di tiazidi in madri che allattano e' stata associata con una diminuzione o anche soppressione della lattazione. A causa di reazioni di ipersensibilita' alle sostanze derivate da sulfonamidi, possono manifestarsi ipokalemia e ittero nucleare. A causa della possibilita' di reazioni gravi da parte delle sostanze attive in bambini allattati, si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia, considerando i benefici dell'allattamento al bambino e i benefici della terapia per la madre. L'amlodipina viene escreta nel latte materno. La percentuale della dose materna ricevuta dal neonato e' stata stimata con un intervallo interquartile del 3 - 7%, con un massimo del 15%. L'effetto dell'amlodipina sui neonati non e' noto. Fertilita'. Relativo ad amlodipina: sono state segnalate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi in pazienti trattati con bloccanti dei canali del calcio. Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilita'. In uno studio sui ratti, sono stati segnalati effetti indesiderati sulla fertilita' maschile (vedere paragrafo 5.3). Relativo ad idroclorotiazide: non ci sono dati sulla fertilita' umana per idroclorotiazide. In studi animali, idroclorotiazide non ha effetti sulla fertilita' e sul concepimento (vedere paragrafo 5.3).
INDICAZIONI
Pressafix e' indicato per il trattamento dell'ipertensione come terapia di sostituzione in pazienti adulti adeguatamente controllati con i singoli principi attivi somministrati simultaneamente, agli stessi dosaggi dell'associazione, ma in compresse separate (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
INTERAZIONI
Non sono stati condotti studi di interazione di Pressafix con altri medicinali. Pertanto, in questa sezione vengono fornite solo le informazioni sulle interazioni con altri medicinali noti per i singoli principi attivi. Tuttavia, e' importante tenere in considerazione che Pressafix puo' aumentare l'effetto ipotensivo di altri agenti antipertensivi (ad esempio diuretici). Uso concomitante non raccomandato. Ramipril e HCTZ. Sali di litio: l'escrezione di litio puo' essere ridotta dagli ace inibitori e tiazidi, quindi la tossicita' del litio puo' essere aumentata. Pertanto la combinazione di ramipril e idroclorotiazide con litio non e' raccomandata. Quindi i livelli sierici di litio devono essere attentamente monitorati durante l'uso concomitante. Ramipril. Membrane ad alto flusso in dialisi or emofiltrazione: trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici con carica negativa, quali dialisi o emofiltrazione che utilizzano particolari membrane ad alto flusso (ad esempio membrane poliacrilonitriliche), oppure aferesi delle lipoproteine a bassa densita' per mezzo di destrano solfato, sono controindicati a causa dell'aumento del rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3). Se e' richiesto questo tipo di trattamento, deve essere considerato l'uso di altre tipologie di membrane per dialisi o una diversa classe di agenti antipertensivi. Sacubitril/valsartan: l'uso concomitante di ace inibitori con sacubitril/valsartan e' controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Il trattamento con ramipril non deve essere iniziato fino a 36 ore dopo l'ultima dose di sacubitril/valsartan. Sacubitril/valsartan non deve essere iniziato fino a 36 ore dopo l'ultima dose di pressafix. Amlodipina. Pompelmo o succo di pompelmo: la somministrazione di amlodipina non e' raccomandata con l'assunzione di pompelmo o succo di pompelmo in quanto in alcuni pazienti la sua biodisponibilita' puo' essere aumentata con conseguente aumento degli effetti sulla pressione arteriosa. Precauzioni per l'uso. Ramipril e HCTZ ramipril. Farmaci antinfiammatori non steroidei e acido acetilsalicilico: deve essere prevista una possibile riduzione dell'effetto antipertensivo. Inoltre, una terapia concomitante con ace inibitori e fans puo' portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalita' renale e ad un aumento dei livelli di potassio nel sangue. Pertanto, e' raccomandato un monitoraggio della funzione renale all'inizio del trattamento, cosi' come una adeguata idratazione del paziente. Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, e altri principi attivi che aumentano il potassio plasmatico (incluso trimetoprim e tacrolimus): sebbene i livelli di potassio plasmatico di solito rimangono nei limiti del normale, puo' verificarsi iperkaliemia in alcuni pazienti trattati con ramipril i diuretici risparmiatori di potassio (ad esempio spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio potrebbero determinare un significativo aumento del potassio sierico. Deve essere adottata cautela quando ramipril e' co-somministrato con altri agenti che aumentano il potassio sierico, qual trimetoprim co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) poiche' e' noto come il trimetoprim agisca come un diuretico risparmiatore di potassio come l'amiloride. Pertanto la combinazione di ramipril con i medicinali sopra elencati non e' raccomandata. Se e' indicato l'uso concomitante, devono essere usati con cautela e con un frequente monitoraggio del potassio sierico. Ciclosporina: puo' verificarsi iperkaliemia, durante l'uso concomitante di ciclosporina con gli ace-inibitori. E' raccomandato un monitoraggio dei livelli sierici del potassio. Eparina: puo' verificarsi iperkaliemia, durante l'uso concomitante di eparina con gli ace-inibitori. E' raccomandato un monitoraggio dei livelli sierici del potassio. Nitrati, antidepressivi triciclici, anestetici, assunzione acuta di alcool, baclofene, alfuzosina, doxazosina, prazosina, tamsulosina, terazosina: si deve prevedere un possibile potenziamento del rischio di ipotensione (vedere paragrafo 4.2 per i diuretici). Vasopressori simpaticomimetici ed altre sostanze (ad es. Isoproterenolo, dobutamina, dopamina, adrenalina) che possono ridurre l'effetto antipertensivo di ramipril: si raccomanda il monitoraggio della pressione arteriosa. L'effetto dei vasopressori simpaticomimetici puo' essere attenuato dall'idroclorotiazide. Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altre sostanze che possono alterare il quadro ematico: aumentata probabilita' di reazioni ematologiche (vedere paragrafo 4.4). Antidiabetici inclusa insulina: gli ace inibitori possono ridurre la resistenza all'insulina. In casi isolati tale riduzione puo' portare a reazioni ipoglicemiche in pazienti trattati in concomitanza con antidiabetici. Pertanto, nella fase iniziale della co-somministrazione si raccomanda un attento monitoraggio della glicemia. Inibitori della neprilisina (nep) come racecadotril, mtor inibitori (ad es. Temsirolimus, everolimus, sirolimus) o vildagliptin: l'uso concomitante di ace inibitori con un nep inibitore come racecadotril, mtor inibitori (ad es. Temsirolimus, everolimus, sirolimus) e vildagliptin puo' condurre ad un aumento del rischio di angioedema. Occorre cautela quando si inizia la terapia (vedere paragrafo 4.4). Amlodipina. Inibitori del cyp3a4: (ad es: inibitori delle proteasi, antifungini azolici, macrolidi come eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem): l'uso concomitante di amlodipina con potenti o moderati inibitori del cyp3a4puo' dar luogo ad un significativo aumento nell'esposizione all'amlodipina. Le conseguenze cliniche di queste variazioni della farmacocinetica dell'amlodipina possono essere piu' evidente nei soggetti anziani. Possono pertanto essere richiesti un monitoraggio clinico e una correzione della dose. Induttori del cyp3a4: (ad es. Rifampicina, hypericum perforatum): al momento della somministrazione concomitante di induttori noti del cyp3a4, la concentrazione plasmatica di amlodipina puo' variare. Pertanto, deve essere monitorata la pressione sanguigna e deve essere valutato un possibile aggiustamento della dose sia durante sia dopo la somministrazione di farmaci concomitanti, in particolare con forti induttori del cyp3a4 (ad es. Rifampicina, hypericum perforatum). Dantrolene (infusione): negli animali sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare in associazione con iperkaliemia dopo la somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa.
POSOLOGIA
Posologia: la dose giornaliera raccomandata e' una capsula del dosaggio prescritto. Pressafix puo' essere assunto prima, durante o dopo i pasti, poiche' l'assunzione di cibo non modifica la sua biodisponibilita' (vedere paragrafo 5.2). L'associazione a dosi fisse non e' adatta per la terapia iniziale. I pazienti nei quali viene iniziata contemporaneamente la terapia con ramipril, amlodipina e il diuretico possono sviluppare ipotensione sintomatica. Qualora si rendesse necessario un aggiustamento del dosaggio, questo deve essere effettuato solo con l'impiego di ciascun singolo principio attivo, e una volta stabilito, si puo' passare alla conseguente nuova associazione fissa. Popolazioni speciali. Pazienti trattati con diuretico: e' raccomandata cautela nei pazienti trattati con diuretico in quanto in questi pazienti puo' manifestarsi deplezione di fluidi e/o sali. La funzione renale e i livelli di potassio sierico devono essere monitorati. Pazienti con compromissione epatica Pressafix non deve essere usato in pazienti con compromissione epatica poiche' la quantita' di ramipril contenuta nell'associazione eccede la massima dose giornaliera consentita in questa condizione (vedere paragrafo 4.4). Pazienti con compromissione renale: per identificare la dose ottimale iniziale e di mantenimento in caso di compromissione renale, la dose del paziente deve essere adattata su base individuale attraverso la titolazione separata dei componenti ramipril, amlodipina e idroclorotiazide (per i dettagli vedere gli RCP dei medicinali contenenti i singoli componenti). La dose giornaliera di Pressafix in pazienti con compromissione renale deve essere basata sulla clearance della creatinina. Se la clearance della creatinina e' >= 60 ml/min, la dose massima giornaliera di Pressafix e' 10 mg/10 mg/25 mg. Se la clearance della creatinina e' tra 30-60 ml/min, la dose massima giornaliera di Pressafix e' 5mg/10mg/25mg. Pressafix e' controindicato in pazienti con grave compromissione renale (velocita' di filtrazione glomerulare (GFR) < 30 ml/min/1,73 m^2) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). In pazienti in emodialisi, la massima dose giornaliera e' 5mg/10mg/25mg; il medicinale deve essere somministrato alcune ore prima di eseguire l'emodialisi. Durante il trattamento con Pressafix devono essere monitorati la funzione renale e il potassio sierico. In caso di deterioramento della funzione renale, la somministrazione di Pressafix deve essere interrotta e i suoi componenti devono essere somministrati singolarmente ed alle dosi adeguatamente corrette. Anziani: cautela, incluso un monitoraggio piu' frequente della pressione sanguigna, e' raccomandata nei pazienti anziani, particolarmente alla massima dose di Pressafix, 10mg/10mg/25mg, poiche' i dati disponibili in questa popolazione di pazienti sono limitati. Quando pazienti anziani ipertesi sono eleggibili per l'uso di Pressafix (vedere paragrafo 4.1), la dose piu' bassa disponibile di ramipril e amlodipina deve essere usata. Popolazione pediatrica: Pressafix non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni a causa della mancanza di dati di sicurezza ed efficacia. Modo di somministrazione: le capsule devono essere assunte per via orale una volta al giorno alla stessa ora del giorno con o senza cibo. Non devono essere masticate o frantumate. Pressafix non deve essere assunto con succo di pompelmo.
PRINCIPI ATTIVI
5 mg/5 mg/12,5 mg capsule rigide: ogni capsula rigida contiene 5 mg di ramipril, 5 mg di amlodipina (come besilato), 12,5 mg di idroclorotiazide. 5 mg/5 mg/25 mg capsule rigide: ogni capsula rigida contiene 5 mg di ramipril, 5 mg di amlodipina (come besilato), 25 mg di idroclorotiazide. 10 mg/5 mg/25 mg capsule rigide: ogni capsula rigida contiene 10 mg di ramipril, 5 mg di amlodipina (come besilato), 25 mg di idroclorotiazide. 10 mg/10 mg/25 mg capsule rigide: ogni capsula rigida contiene 10 mg di ramipril, 10 mg di amlodipina (come besilato), 25 mg di idroclorotiazide. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.