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LAMIVUDINA MY*28CPR RIV 100MG

LAMIVUDINA MY*28CPR RIV 100MG

MYLAN SpA
minsan: 043569019
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AVVERTENZE
Riacutizzazione dell'epatite. Riacutizzazione durante il trattamento:le riacutizzazioni spontanee dell'epatite cronica B sono relativamentecomuni e sono caratterizzate da aumenti transitori dell'ALT nel siero. Dopo l'inizio della terapia antivirale, l'ALT del siero puo' aumentare in alcuni pazienti mentre i livelli sierici di HBV DNA diminuiscono. Nei pazienti con malattia epatica compensata, tali aumenti di ALT del siero in generale non sono stati accompagnati da un aumento delle concentrazioni della bilirubina sierica o da segni di scompenso epatico.Con una terapia prolungata sono state identificate sub-popolazioni virali HBV con ridotta suscettibilita' alla lamivudina (mutante YMDD dell'HBV). In alcuni pazienti lo sviluppo del mutante YMDD dell'HBV puo'portare ad una riacutizzazione dell'epatite, evidenziata soprattutto dall'innalzamento dei valori sierici delle ALT e dalla ricomparsa di HBV DNA (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti con presenza del mutante YMDD dell'HBV, si deve considerare un passaggio a/o l'aggiunta di un agente alternativo senza resistenza crociata alla lamivudina sulla base delle linee guida terapeutiche (vedere paragrafo 5.1). Riacutizzazionedopo sospensione del trattamento: riacutizzazione acuta dell'epatite e' stata osservata nei pazienti che avevano sospeso la terapia per l'epatite B ed era in generale caratterizzata dall'aumento delle ALT sieriche e dalla ricomparsa dell'HBV-DNA. Negli studi controllati di fase III senza alcun trattamento attivo di follow-up, l'incidenza di aumentodelle ALT dopo il trattamento (piu' di tre volte rispetto ai valori basali) era piu' alto nei pazienti trattati con lamivudina (21%) rispetto a quelli che ricevevano placebo (8%). Comunque, la percentuale di pazienti che avevano avuto aumenti dopo il trattamento, associati con incrementi della bilirubina, era bassa e simile in entrambi i bracci intrattamento (vedere elenco nel paragrafo 5.1). Per i pazienti trattati con lamivudina, la maggior parte degli aumenti delle ALT dopo trattamento, si e' registrata tra le 8 e le 12 settimane dopo il trattamento. La maggior parte degli eventi e' risultata essere autolimitante, tuttavia si sono osservati alcuni decessi. Se la lamivudina viene sospesai pazienti devono essere periodicamente monitorati sia a livello clinico che attraverso la valutazione di test sierici di funzionalita' epatica (livelli di ALT e di bilirubina) per almeno quattro mesi, e in seguito come previsto dalla pratica clinica. Riacutizzazione nei pazienti con cirrosi scompensata: coloro che subiscono il trapianto e i pazienti con cirrosi scompensata corrono maggior rischio di replicazione virale attiva. In tali pazienti, a causa di una ridotta funzionalita' epatica, la riattivazione dell'epatite dovuta alla sospensione della lamivudina o alla perdita di efficacia durante il trattamento, puo' provocare scompenso grave, anche fatale. Questi pazienti devono essere controllati per i parametri clinici, virologici e sierologici associati all'epatite B, per la funzione renale ed epatica e per la risposta antivirale durante il trattamento (almeno ogni mese), e, se il trattamentoviene sospeso per qualsiasi ragione, per almeno 6 mesi dopo il trattamento. I parametri di laboratorio da controllare devono includere (comeminimo) ALT sierica, bilirubina, albumina, ureico ematico, creatininae stato virologico: antigeni/anticorpi HBV, e dove possibile, le concentrazioni sieriche di DNA dell'HBV. I pazienti che manifestano segnidi insufficienza epatica durante o dopo il trattamento devono essere controllati piu' frequentemente come ritenuto appropriato. Per i pazienti che manifestano evidenza di epatite ricorrente dopo il trattamento,non esistono dati sufficienti relativi al beneficio di una ripresa del trattamento con lamivudina. Disfunzione mitocondriale dopo esposizione in utero: gli analoghi nucleosidici e nucleotidici, possono influire sulla funzione mitocondriale a livelli variabili, piu' pronunciati con stavudina, didanosina e zidovudina. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativi esposti agli analoghinucleosidici in utero e/o dopo la nascita: questi riguardavano prevalentemente regimi terapeutici contenenti zidovudina. Le principali reazioni avverse osservate riguardano patologie ematologiche (anemia, neutropenia) e disturbi metabolici (iperlipasemia). Questi eventi sono stati spesso transitori. Raramente sono state osservate patologie neurologiche a insorgenza ritardata (ipertonia, convulsioni, anomalie comportamentali). Al momento non e' noto se tali patologie neurologiche sianotransitorie o permanenti. Questi risultati devono essere tenuti in considerazione per qualsiasi bambino esposto in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidici, che presenta manifestazioni cliniche severe di eziologia non nota, soprattutto manifestazioni neurologiche. Questi risultati non hanno effetto sulle attuali linee guida nazionali di impiego della terapia antiretrovirale nelle donne in gravidanza per prevenire la trasmissione verticale dell'HIV. Pazienti pediatrici: la lamivudina e' stata somministrata ai bambini (dai due anni in poi) e agli adolescenti con epatite B cronica compensata. Tuttavia a causa della limitazione dei dati, la somministrazione di lamivudina in questa popolazione di pazienti non e' attualmente raccomandata (vedere paragrafo 5.1).Epatite Delta o epatite C: l'efficacia di lamivudina in pazienti conconcomitante infezione da epatite Delta o epatite C non e' stata stabilita e si raccomanda cautela. Trattamenti immunosoppressivi: esistonodati limitati sull'uso di lamivudina nei pazienti HBeAg negativi (mutanti pre-core) e in quelli sottoposti a concomitanti regimi immunosoppressivi, compresa la chemioterapia antitumorale. La lamivudina deve essere usata con cautela in tali pazienti. Controlli: durante la terapiacon lamivudina i pazienti devono essere controllati regolarmente. I livelli sierici di ALT e di HBV DNA devono essere controllati ad intervalli di 3 mesi e nei pazienti HBeAg positivi, l'HBeAg deve essere valutato ogni 6 mesi. Concomitante infezione da HIV: nei pazienti con infezione concomitante da HIV e che ricevono, o stanno per ricevere, la terapia con lamivudina o l'associazione lamivudina/zidovudina, deve essere mantenuta la dose di lamivudina prescritta per l'infezione da HIV (in genere 150 mg due volte al giorno in associazione con altri antiretrovirali). Nei pazienti con infezione concomitante da HIV che non richiedono terapia antiretrovirale, esiste il rischio di mutazione del virus HIV quando la lamivudina viene usata da sola per il trattamento dell'epatite B cronica. Trasmissione dell'epatite B: non ci sono informazioni relative alla trasmissione materno-fetale del virus dell'epatite B, nelle donne gestanti trattate con lamivudina.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi inibitori dellatrascrittasi inversa.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
DENOMINAZIONE
LAMIVUDINA MYLAN PHARMA 100 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, sodio amido glicolato, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, titanio diossido (E171), glicole propilenico, ferro ossido giallo (E172),ferro ossido rosso (E172).
EFFETTI INDESIDERATI
Sommario del profilo di sicurezza: l'incidenza di reazioni avverse e le anomalie di laboratorio (ad eccezione dell'innalzamento dei livellidi ALT e CPK, vedere di seguito) sono risultate simili tra i pazientitrattati con placebo e quelli trattati con lamivudina. Le reazioni avverse piu' comunemente osservate erano malessere ed affaticamento, infezioni del tratto respiratorio, mal di gola e disturbi tonsillari, cefalea, dolore o crampi addominali, nausea, vomito e diarrea. Riassunto delle reazioni avverse: le reazioni avverse sono elencate di seguito inbase alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le categorie di frequenza sono assegnate solo a quelle reazioni avverse considerate possibilmente correlate, almeno causalmente, alla lamivudina. Le frequenze sono definite come: molto comune (>= 1/10), comune (>=1/100 a < 1/10), non comune (>= 1/1000 a < 1/100), raro (>= 1/10.000 a< 1/1000), molto raro (< 1/10.000) e non nota (non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Le categorie di frequenza assegnate alle reazioni avverse sono principalmente basate sull'esperienza proveniente dagli studi clinici comprendenti un totale di 1171 pazienticon epatite B cronica, trattati con lamivudina 100 mg. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: acidosi lattica. Disturbi del sistema immunitario. Raro: angioedema. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento dei livelli di ALT (vedere paragrafo 4.4). Le riacutizzazioni dell'epatite rilevate essenzialmente dagli incrementi delle ALTsieriche sono state riportate durante il trattamento e dopo la sospensione di lamivudina. La maggior parte degli eventi e' stata di natura autolimitante, tuttavia molto raramente sono stati osservati casi fatali (vedere paragrafo 4.4). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: aumento dei livelli di CPK, disturbi muscolari, comprendenti mialgia e crampi*; non nota: rabdomiolisi. *La frequenza osservata negli studi clinici di fase III nel gruppo in trattamento con lamivudina non e' stata maggiore di quella osservata nel gruppo trattato con placebo. Popolazione pediatrica: sullabase dei dati limitati nei bambini da 2 a 17 anni di eta', non e' stato identificato alcun nuovo problema di sicurezza rispetto agli adulti. Altre popolazioni speciali: in pazienti con infezione da HIV, sono stati osservati casi di pancreatite e neuropatia periferica (o parestesia). In pazienti con epatite B cronica non e' stata osservata alcuna differenza nell'incidenza di questi eventi fra pazienti trattati con lamivudina e con placebo. Segnalazione delle reazioni avverse sospette.La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopol'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette unmonitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: gli studi nell'animale con lamivudina hanno mostrato un aumento delle morti embrionali precoci nei conigli ma non nei ratti (vedere paragrafo 5.3). Nell'uomo e' stato dimostrato il verificarsi del passaggio di lamivudina attraverso la placenta. I dati disponibili nell'uomo dall'Antiretroviral Pregnancy Registry che riportano piu' di 1000 esiti dopo esposizione dal primo trimestre e piu' di 1000 esiti dalsecondo e terzo trimestre nelle donne in gravidanza non indicano alcuneffetto in termini di malformazione e a livello feto/neonatale. Menodell'1% di queste donne erano state trattate per l'HBV, mentre la maggior parte erano state trattate per l'HIV a dosaggi piu' alti e con altri medicinali concomitanti. Lamivudina puo' essere usata in gravidanzase clinicamente necessario. Per le pazienti che vengono trattate conlamivudina e successivamente iniziano una gravidanza, si deve considerare la possibilita' di una ricomparsa dell'epatite a seguito della sospensione della lamivudina. Allattamento: si raccomanda che le donne sieropositive non allattino al seno i loro neonati al fine di evitare latrasmissione dell'HIV. Sulla base di piu' di 200 coppie madre/figlioin trattamento per HIV, le concentrazioni sieriche di lamivudina nei bambini allattati al seno da madri in trattamento per HIV sono molto basse (meno del 4% delle concentrazioni sieriche materne), e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i bambini allattatial seno raggiungono le 24 settimane di eta'. La quantita' totale di lamivudina ingerita da un bambino allattato al seno e' molto bassa e pertanto e' probabile che cio' porti ad esposizioni che forniscono un effetto antivirale sub-ottimale. L'epatite B materna non comporta una controindicazione all'allattamento al seno se il neonato viene adeguatamente gestito per la prevenzione dell'epatite B alla nascita e non vi e' evidenza che la bassa concentrazione di lamivudina nel latte maternocomporti effetti indesiderati nei bambini allattati al seno. Pertantol'allattamento al seno puo' essere preso in considerazione nelle madri che allattano trattate con lamivudina per l'HBV, tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la madre. Qualora vi fosse trasmissione materna dell'HBV, nonostante l'adeguata profilassi, deve essere presa in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno per ridurre il rischio di insorgenza di mutanti resistenti alla lamivudina nel neonato.Fertilita': studi sulla riproduzione negli animali non hanno mostratoeffetti sulla fertilita' maschile o femminile (vedere paragrafo 5.3).Disfunzione mitocondriale: e' stato dimostrato che gli analoghi nucleosidici e nucleotidici, sia in vivo che in vitro, causano danno mitocondriale di grado variabile. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita (vedere paragrafo 4.4).
INDICAZIONI
Lamivudina e' indicata per il trattamento dell'epatite B cronica nei pazienti adulti con: malattia epatica compensata con evidenza di attivareplicazione virale, livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) persistentemente elevati ed evidenza istologica di infiammazione attiva del fegato e/o fibrosi. L'inizio del trattamento con lamivudina deve essere considerato solo quando non sia disponibile o appropriato l'impiego di un agente antivirale alternativo con una barriera geneticapiu' elevata (vedere paragrafo 5.1); malattia epatica scompensata in associazione con un secondo agente senza resistenza crociata alla lamivudina (vedere paragrafo 4.2).
INTERAZIONI
Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. La probabilita' di interazioni metaboliche e' bassa a causa del limitato metabolismo, del basso legame con le proteine plasmatiche e della eliminazione renale pressoche' completa della sostanza nella sua forma immodificata. Lamivudina e' prevalentemente eliminata per secrezione cationicaorganica attiva. Deve esser tenuta in considerazione la possibilita'di interazioni con altri medicinali somministrati in concomitanza, particolarmente se la loro principale via di eliminazione e' la secrezione renale attiva, per mezzo del sistema di trasporto dei cationi organici, come per esempio trimetoprim. Altri medicinali (per esempio ranitidina, cimetidina) vengono eliminati solo in parte tramite questo meccanismo e non hanno mostrato di interagire con lamivudina. Le sostanze prevalentemente escrete attraverso il sistema attivo degli anioni organici, oppure tramite filtrazione glomerulare, difficilmente danno luogoad interazioni clinicamente significative con lamivudina. La somministrazione di trimetoprim/sulfametossazolo 160 mg/800 mg determina un aumento dell'esposizione a lamivudina di circa il 40%. Lamivudina non haalcun effetto sulla farmacocinetica di trimetoprim o di sulfametossazolo. Tuttavia, non e' necessaria alcuna modifica posologica di lamivudina, a meno che il paziente non abbia danno renale. E' stato osservatoun lieve aumento del parametro Cmax (28%) di zidovudina, quando somministrata in associazione con lamivudina; tuttavia l'esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in modo significativo. Zidovudina nonha effetti sulla farmacocinetica di lamivudina (vedere paragrafo 5.2). Lamivudina non presenta interazione farmacocinetica con l'alfa-interferone, quando i due medicinali sono somministrati insieme. Nei pazienti che ricevevano lamivudina in concomitanza con comuni medicinali immunosoppressori (per es. ciclosporina A), non e' stata osservata alcunainterazione sfavorevole clinicamente rilevante. Tuttavia, non sono stati realizzati formali studi di interazione. Emtricitabina: a causa dianalogie, lamivudina non deve essere somministrata in concomitanza con altri analoghi della citidina, come emtricitabina. Inoltre, lamivudina non deve essere assunta con altri medicinali contenenti lamivudina(vedere paragrafo 4.4). Cladribina: in vitro lamivudina inibisce la fosforilazione intracellulare di cladribina portando ad un potenziale rischio di perdita di efficacia di cladribina, in caso di associazione in ambito clinico. Alcune evidenze cliniche supportano anche una possibile interazione tra lamivudina e cladribina. Pertanto, la somministrazione concomitante di lamivudina con cladribina deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Sorbitolo: la somministrazione concomitante di sorbitolo soluzione (3,2 g, 10,2 g, 13,4 g) con una singola dose di 300mg (dose giornaliera adulto per l'HIV) di lamivudina soluzione orale ha determinato diminuzioni dose-dipendenti del 14%, 32%, e 36% nell'esposizione a lamivudina (AUCinfinito) e 28%, 52%, e 55% nella C max di lamivudina negli adulti. Quando possibile, evitare la co-somministrazione cronica di lamivudina con medicinali contenenti sorbitolo o altri poli-alcoli ad azione osmotica o alcoli monosaccaridici (per esempio xilitolo, mannitolo, lactitolo, maltitolo). Qualora la co-somministrazione cronica non possa essere evitata, prendere in considerazione un monitoraggio piu' frequente della carica virale dell'HBV.
POSOLOGIA
La terapia con lamivudina deve essere iniziata da un medico esperto nel trattamento dell'epatite B cronica. Posologia. Adulti: la dose raccomandata di lamivudina e' di 100 mg una volta al giorno. Nei pazienti con malattia epatica scompensata, lamivudina deve essere sempre usata in associazione con un secondo agente senza resistenza crociata verso lamivudina, al fine di ridurre il rischio di resistenza ed ottenere unarapida soppressione virale. Durata del trattamento: la durata ottimale del trattamento non e' nota. Nei pazienti con epatite B cronica (CHB) HBeAg positiva senza cirrosi, il trattamento deve essere somministrato per almeno 6-12 mesi dopo che la sieroconversione HBeAg (scomparsadi HBeAg e HBV DNA con rilevazione di HBeAb) e' stata confermata, perlimitare il rischio di recidiva virologica o fino alla sieroconversione HBsAg o se si verifica perdita di efficacia (vedere paragrafo 4.4).I livelli sierici di ALT e HBV DNA devono essere monitorati regolarmente dopo la sospensione del trattamento per rilevare ogni recidiva virologica tardiva. Nei pazienti con CHB HBeAg negativa (mutanti pre-core)senza cirrosi, il trattamento deve essere somministrato almeno fino alla sieroconversione HBs o se vi e' evidenza di perdita di efficacia.Con il trattamento prolungato deve essere effettuata una regolare valutazione al fine di confermare che la continuazione della terapia scelta rimanga appropriata per il paziente. Nei pazienti con malattia epatica scompensata o cirrosi, e in quelli sottoposti a trapianto di fegato, deve essere evitata la cessazione del trattamento (vedere paragrafo5.1). In caso di interruzione di lamivudina, i pazienti devono essereperiodicamente controllati allo scopo di evidenziare una epatite recidivante (vedere paragrafo 4.4). Resistenza clinica: nei pazienti con CHB, sia HBeAg positiva che HBeAg negativa, lo sviluppo del mutante YMDD(tirosina-metionina-aspartato-aspartato) dell'HBV, puo' portare ad una diminuita risposta terapeutica alla lamivudina, evidenziata da un aumento di HBV DNA e di ALT rispetto ai precedenti livelli in corso di trattamento. Per ridurre il rischio di resistenza nei pazienti trattaticon lamivudina in monoterapia, un passaggio a/o l'aggiunta di un agente alternativo senza resistenza crociata a lamivudina, sulla base delle linee guida terapeutiche, devono essere presi in considerazione qualora i livelli sierici di HBV DNA rimangano rilevabili dopo 24 settimane e oltre di trattamento (vedere paragrafo 5.1). Nei pazienti con infezione concomitante da HIV e che ricevono, o stanno per ricevere, il trattamento con lamivudina o l'associazione lamivudina/zidovudina, deveessere mantenuta la dose di lamivudina prescritta per l'infezione da HIV (in genere 150 mg due volte al giorno in associazione con altri antiretrovirali). Popolazioni speciali. Danno renale: nei pazienti con danno renale da moderato a grave, le concentrazioni di lamivudina nel siero (AUC) risultano aumentate a causa della ridotta clearance renale.Il dosaggio deve pertanto essere ridotto nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 50 ml/minuto. Se sono richieste dosi inferiori a 100 mg, si deve impiegare la soluzione orale di lamivudina. Dosaggio di lamivudina nei pazienti con clearance renale ridotta. Clearance della creatinina: da 30 a < 50 ml/min. Dose iniziale di lamivudina soluzione orale*: 20 ml (100 mg); dose di mantenimento una volta al giorno: 10 ml (50 mg). Clearance della creatinina: da 15 a < 30 ml/min. Dose iniziale di lamivudina soluzione orale*: 20 ml (100 mg); dose di mantenimento una volta al giorno: 5 ml (25 mg). Clearance della creatinina: da 5 a < 15 ml/min. Dose iniziale di lamivudina soluzione orale*:7 ml (35 mg); dose di mantenimento una volta al giorno: 3 ml (15 mg).Clearance della creatinina: < 5 ml/min. Dose iniziale di lamivudina soluzione orale*: 7 ml (35 mg); dose di mantenimento una volta al giorno: 2 ml (10 mg). *Lamivudina soluzione orale contenente 5 mg/ml di lamivudina. I dati disponibili in pazienti sottoposti ad emodialisi intermittente (per una durata inferiore o uguale a 4 ore di dialisi 2-3 volte a settimana), indicano che dopo la riduzione della dose iniziale dilamivudina per compensare la clearance della creatinina del paziente,durante la dialisi non e' necessario nessun altro adattamento del dosaggio. Compromissione epatica: i dati ottenuti nei pazienti con compromissione epatica, compresi quelli con malattia epatica allo stadio terminale e in attesa di trapianto, mostrano che la farmacocinetica di lamivudina non e' significativamente influenzata dalla disfunzione epatica. Sulla base di questi dati, non e' necessario un adattamento dellaposologia nei pazienti con compromissione epatica a meno che questa non sia accompagnata dal danno renale. Pazienti anziani: nei pazienti anziani, il normale invecchiamento accompagnato da riduzione della funzionalita' renale non ha effetti clinicamente significativi sull'esposizione a lamivudina, tranne che nei pazienti con clearance della creatinina <50 ml/min. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia dilamivudina negli infanti, nei bambini e negli adolescenti al di sottodei 18 anni di eta' non sono state stabilite. I dati al momento disponibili sono descritti nei paragrafi 4.4 e 5.1 ma non puo' essere fattaalcuna raccomandazione circa la posologia. Modo di somministrazione: per uso orale. Lamivudina Mylan Pharma puo' essere assunto con o senzacibo.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di lamivudina. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

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    Disponibile solo per il ritiro in farmacia San Miniato
  • Ritiro in Farmacia - San Donato - Viale Leonardo da Vinci - Comunale 2 - Comunale 2 - San Donato Spedizione Gratuita
    Disponibile solo per il ritiro in farmacia San Miniato
  • Locker - San Donato - Viale Leonardo da Vinci - Comunale 2 Spedizione Gratuita

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