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AVVERTENZE
Per la presenza di un derivato sulfanilureico l'uso deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in eta' adultae non chetogenico che non possa essere controllato con la dieta, e neiquali la somministrazione di insulina non e' indicata. Il trattamentocon sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD puo' portare ad anemia emolitica. Gliconorm, contenendo glibenclamide come principio attivo, deve essere pertanto utilizzato con cautela in tali pazienti e deve essere considerata un'alternativa terapeutica. La somministrazionedi glibenclamide, in confronto al trattamento con metformina o gliclazide, e' stata associata ad un aumentato rischio di mortalita' cardiovascolare secondo quanto emerso dai risultati di studi epidemiologici.E' stato osservato un aumento del rischio di mortalita' cardiovascolare specialmente in pazienti affetti da patologie coronariche. Anziani.Pazienti anziani: un'eta' pari o superiore a 65 anni e' stata indentificata come un fattore di rischio per l'ipoglicemia in pazienti trattati con sulfaniluree. L'ipoglicemia puo' essere difficile da riconoscerenell'anziano. Le dosi iniziali e di mantenimento di glibenclamide devono essere attentamente aggiustate per ridurre il rischio di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.2). Ipoglicemia: fenomeni ipoglicemici possonomanifestarsi, sebbene raramente, soprattutto in soggetti debilitati, in eta' avanzata, in caso di sforzi fisici inconsueti, in caso di alimentazioni irregolari o assunzione di bevande alcooliche, in caso di compromissione della funzionalita' renale e/o epatica. In caso di manifestazioni ipoglicemiche (vedere paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati") somministrare carboidrati (zucchero); nei casi piu' gravi, che raramentepossono arrivare fino alla perdita della coscienza, e' necessario effettuare un'infusione lenta i.v. di soluzione glucosata. In concomitanza con traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e febbrili, puo' rendersi necessario instaurare temporaneamente la terapia insulinica per mantenere un adeguato controllo metabolico. E' opportuno tenerepresente la possibilita' di reazioni antabuse-simili dopo l'ingestionedi bevande alcooliche. Il trattamento deve essere sospeso 48 ore prima dell'esecuzione di una angiografia o di una urografia riprendendolo,se necessario, 48 ore dopo l'esame. Ogni trattamento (primo trattamento o passaggio da altri ipoglicemizzanti) deve essere prescritto dal medico. Il paziente deve attenersi rigorosamente alle prescrizioni mediche circa la posologia, le modalita' di assunzione, il concomitante regime dietetico e l'attivita' fisica. I pazienti trattati devono esserefrequentemente studiati al fine di individuare eventuali fattori o condizioni capaci di indurre o di aggravare uno stato di ipossia cellulare e quindi di favorire la comparsa di una lattacidosi. Acidosi lattica: l'acidosi lattica, una complicanza metabolica molto rara ma grave,insorge con maggior frequenza a causa del peggioramento acuto della funzione renale o di malattia cardiorespiratoria o sepsi. L'accumulo dimetformina si manifesta con il peggioramento acuto della funzionalita'renale e aumenta il rischio di acidosi lattica. In caso di disidratazione (diarrea o vomito severi, febbre o ridotta assunzione di liquidi), la somministrazione di metformina deve essere interrotta temporaneamente e si deve raccomandare al paziente di rivolgersi a un operatore sanitario. Deve essere prestata cautela nell'iniziare il trattamento con medicinali che possano compromettere in modo acuto la funzione renale (come antipertensivi, diuretici e FANS) in pazienti trattati con metformina. Altri fattori di rischio di acidosi lattica sono l'eccessivoconsumo di alcol, la compromissione epatica, il diabete scarsamente controllato, la chetosi, il digiuno prolungato e qualsiasi altra condizione associata ad ipossia, nonche' l'uso in concomitanza di medicinaliche possono causare acidosi lattica (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). I pazienti e/o le persone che li assistono devono essere informati in merito al rischio di acidosi lattica. L'acidosi lattica e' caratterizzatada dispnea acidotica, dolore addominale, crampi muscolari, astenia e ipotermia seguiti da coma. In presenza di sintomi sospetti, il pazientedeve interrompere l'assunzione di metformina e richiedere immediatamente assistenza medica (vedi paragrafo 4.9 "Sovradosaggio"). I risultati di laboratorio di valore diagnostico sono pH ematico ridotto (< 7,35), aumentati livelli di lattato plasmatico (> 5 mmol/L) e aumentato gap anionico e rapporto lattato/piruvato. I medici devono avvertire i pazienti sul rischio e sui sintomi dell'acidosi lattica. I pazienti devono essere istruiti a riconoscere i sintomi premonitori dell'acidosi lattica (anoressia, nausea, febbre, vomito, crampi muscolari, aumento dell'ampiezza e della frequenza del respiro, malessere, dolori addominali, diarrea, eventuale obnubilamento o perdita della coscienza) e dell'ipoglicemia (cefalea, irritabilita', turbe del sonno, depressione nervosa, tremori, forte sudorazione) onde avvertire tempestivamente il medico che deve essere altresi' informato anche in caso di malattie febbrili o disturbi digestivi intercorrenti. In questo caso il medico stesso deve istituire tempestivamente i necessari accertamenti. Il rischiodi tale inconveniente e' piu' frequente nei pazienti di eta' superioreai 60 anni, negli stati di insufficienza epatica e/o renale, di insufficienza cardiorespiratoria, di intossicazione etilica, di digiuno prolungato, in caso di trattamento con diuretici ed in caso di turbe gastrointestinali. Visto che la lattacidosi puo' avere esito infausto, nonappena si abbia il sospetto che essa si sta instaurando e' necessariointerrompere la somministrazione e ricoverare d'urgenza il paziente.L'osservazione di un'acidosi metabolica con evidenza di chetoacidosi in un diabetico senza particolare stato di intossicazione esogena (da salicilici, da alcool ecc.) e' da considerarsi sospetta. Pazienti con malattie mitocondriali note o sospette: in pazienti con malattie mitocondriali note, come l'encefalopatia mitocondriale con acidosi lattica ed episodi ictus-simili (sindrome MELAS, Mitochondrial Encephalopathy with Lactic Acidosis, and Stroke-like episodes) e diabete e sordita' atrasmissione materna (MIDD, Maternal Inherited Diabetes and Deafness),metformina non e' raccomandata a causa del rischio di esacerbazione dell'acidosi lattica e di complicanze neurologiche che possono determinare un peggioramento della malattia. In caso di segni e sintomi indicativi di sindrome MELAS o di MIDD dopo l'assunzione di metformina, il trattamento con metformina deve essere interrotto immediatamente e deveessere effettuata una valutazione diagnostica tempestiva.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Associazioni di antidiabetici orali.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione per la conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; ipersensibilita' ad altre sulfonamidi edai loro derivati (possibili fenomeni di sensibilita' crociata); diabete latente; diabete sospetto; diabete gestazionale, diabete insulino-dipendente, diabete chetoacidosico; coma e precoma diabetico; qualsiasitipo di acidosi metabolica acuta (come acidosi lattica, chetoacidosi diabetica); insufficienza renale severa (GFR < 30 mL/min); condizioni acute che possono potenzialmente alterare la funzione renale come: disidratazione, infezione grave, shock; trattamento in corso con diureticio con agenti antipertensivi suscettibili di provocare alterazioni della funzione renale o durante una urografia endovenosa; affezioni cardiocircolatorie gravi (scompenso cardiaco, stato di shock cardiogeno o tossinfettivo, turbe della circolazione arteriosa periferica); malattieacute o croniche che possano provocare ipossia tissutale come: insufficienza cardiaca o respiratoria, recente infarto miocardico, shock; insufficienza surrenale; insufficienza epatica, intossicazione acuta daalcol, alcoolismo; regimi fortemente ipocalorici e, soprattutto, statidi digiuno; gravi malattie distrofiche; emorragie acute gravi; gangrena; durante i due giorni precedenti o seguenti un intervento chirurgico; gravidanza e allattamento; somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e opportune precauzioni di impiego").
DENOMINAZIONE
GLICONORM 5 MG+500 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Amido di mais, silice colloidale anidra, cellulosa microcristallina, gelatina, glicerolo 85 per cento, talco, magnesio stearato, ipromellosa, titanio diossido, macrogol 400.
EFFETTI INDESIDERATI
I seguenti effetti indesiderati possono verificarsi durante il trattamento con l'associazione glibenclamide - metformina. La loro frequenzae' definita come segue: molto comuni (>= 1/10); comuni (>= 1/100, < 1/10); non comuni (>=1/1.000, < 1/100); rari (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto rari (< 1/10.000 e casi isolati). Patologie gastrointestinali. Molto comuni: patologie gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea,dolore addominale, perdita dell'appetito. Questi effetti indesideratisi verificano piu' frequentemente durante l'inizio della terapia e sirisolvono spontaneamente nella maggior parte dei casi. Per prevenirlisi raccomanda di assumere Gliconorm in 1-3 dosi giornaliere durante odopo i pasti. Anche un lento aumento del dosaggio puo' migliorare la tollerabilita' gastrointestinale. Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, alterazioni del gusto. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto rari: reazioni cutanee quali eritema, prurito, orticaria. Eritema multiforme, vasculite allergica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni di impiego"), acidosi lattica (vedere paragrafo. 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni di impiego"), diminuzione/carenza di vitamina B 12, diminuzione dell'assorbimento di vitamina B 12 con diminuzione dei livelli sierici durante l'utilizzo a lungo termine. Si raccomanda di prendere in considerazione tale eziologia nei pazienti con anemia megaloblastica (vedere paragrafo 4.4). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto rari: leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica, aplasia midollare, pancitopenia. Patologie epatobiliari. Molto rari: casi isolati di alterazioni neitest di funzionalita' epatica o epatite che si risolvono in seguito ainterruzione del trattamento con Gliconorm. Colestasi. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: reazioni da ipersensibilita'. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinalee' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: Gliconorm e' controindicato in gravidanza. Il diabete noncontrollato durante la gravidanza (gestazionale o permanente) e' associato ad un aumento del rischio di anomalie congenite e mortalita' perinatale. Una quantita' limitata di dati sull'impiego di metformina in gravidanza non indica un aumento del rischio di anomalie congenite. Studi sugli animali non indicano effetti dannosi per la gravidanza, lo sviluppo embrionale o fetale, il parto o lo sviluppo post-natale. Quandola paziente programma una gravidanza e durante la gravidanza, si raccomanda di non trattare il diabete con metformina, ma con insulina permantenere i livelli di glicemia il piu' vicino possibile ai livelli normali, in modo da ridurre il rischio di malformazioni fetali. Allattamento: Gliconorm e' controindicato durante l'allattamento. La metformina e' secreta nel latte materno umano. Non e' stato mostrato alcun effetto della metformina in neonati/lattanti allattati da donne trattate.Tuttavia, poiche' e' disponibile soltanto un numero limitato di dati,l'allattamento durante il trattamento con metformina non e' raccomandato. La decisione di interrompere l'allattamento deve essere presa dopoaver valutato il vantaggio dell'allattamento al seno e il rischio potenziale di effetti avversi sul bambino. Fertilita': la fertilita' deiratti maschi e femmine non e' stata influenzata dalla metformina quando somministrata a dosi fino a 600 mg/kg/die, che corrisponde approssimativamente a tre volte la dose giornaliera massima raccomandata negliesseri umani, in rapporto alla superficie corporea.
INDICAZIONI
Diabete mellito non insulino-dipendente, non chetoacidosico, che non sia controllabile con la sola dieta o con la dieta e sulfaniluree.
INTERAZIONI
L'azione ipoglicemizzante della sulfanilurea puo' essere aumentata daldicumarolo e derivati, dagli inibitori delle monoaminossidasi, dai sulfamidici, dai chinoloni (principalmente fluorochinoloni come gatifloxacina, ciprofloxacina, ecc.), dal fenilbutazone e derivati, dal cloramfenicolo, dalla ciclofosfamide, dal probenecid, dai fibrati, dal feniramidolo e dai salicilati, dal miconazolo orale, dal sulfinpirazone, dalla perexilina e dall'ingestione di alcool in quantita' elevata; essapuo' invece essere diminuita dall'adrenalina, dai corticosteroidi, daicontraccettivi orali, dai diuretici tiazidici, dal diazossido, dai derivati fenotiazinici, dalla fenitoina, dai barbiturici; cautela deve essere anche posta nel somministrare contemporaneamente beta-bloccanti.In casi rari e' stato osservato un indesiderato potenziamento o una diminuzione dell'attivita' ipoglicemizzante della sulfanilurea in casodi concomitante trattamento con farmaci H 2 -antagonisti. Occorre tenere presente che le biguanidi possono potenziare l'azione degli anticoagulanti. In corso di trattamento con beta-bloccanti ed anche con clonidina, guanetidina o reserpina, la percezione dei sintomi premonitori di una crisi ipoglicemica puo' essere compromessa. Uso concomitante nonraccomandato. Alcol: l'intossicazione acuta da alcol e' associata a un aumentato rischio di acidosi lattica, in particolare nei casi di digiuno, malnutrizione o compromissione epatica. Evitare il consumo di alcol e di farmaci contenenti alcol (Vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e opportune precauzioni di impiego"). Agenti di contrasto iodati: la somministrazione di metformina deve essere interrotta prima o nel momento in cui viene effettuata l'indagine di imaging e non deve essere ripresa finche' non siano trascorse almeno 48 ore dall'esame, a condizione che la funzione renale sia stata rivalutata e riscontrata stabile, vedere paragrafi 4.2 e 4.4. La somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati puo' provocare un'insufficienza renale, con conseguente accumulo di metformina e rischio di acidosi lattica. Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso: alcuni medicinali possono influire negativamente sulla funzione renale, aumentando quindi il rischio di acidosi lattica, ad es. FANS, compresi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi (COX) II, gli ACE-inibitori, gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II e i diuretici, in particolare i diuretici dell'ansa. Quando questi medicinali vengono utilizzati in associazione a metformina, si rende necessario un attento monitoraggio della funzione renale. Medicinali con attivita' iperglicemizzante intrinseca (quali glucocorticoidi (per via sistemica e locale) e simpaticomimetici): informare il paziente ed eseguire controlli piu' frequenti della glicemia, soprattutto all'inizio del trattamento. Se necessario adeguare il dosaggio del farmaco antidiabetico durante la terapia con l'altro farmaco e all'interruzione di quest'ultimo. I diuretici, in particolare i diuretici dell'ansa, possono aumentare il rischio di acidosilattica a causa della loro capacita' di ridurre la funzione renale. Medicinali trasportati dal Trasportatore Cationico Organico-2 (OCT2), es. ranolazina, o cimetidina: in soggetti con diabete mellito di tipo II la somministrazione concomitante di metformina (1000 mg due volte algiorno) e ranolazina 500 mg e 1000 mg due volte al giorno ha aumentato l'esposizione plasmatica di metformina di 1.4 e 1.8 volte rispettivamente. Uno studio condotto su sette volontari sani ha mostrato che lacimetidina, somministrata alla dose di 400 mg due volte al giorno, haaumentato l'esposizione sistemica di metformina (AUC) del 50% e la C max dell'81%. Quindi durante la somministrazione contemporanea di metformina e farmaci cationici che vengono eliminati mediante secrezione tubulare renale devono essere presi in considerazione uno stretto monitoraggio del controllo glicemico, l'adeguamento del dosaggio nell'ambitodella posologia raccomandata e modifiche nel trattamento della patologia diabetica.
POSOLOGIA
Adulti con normale funzione renale (GFR >= 90 mL/min): la posologia giornaliera, le modalita' e la durata del trattamento vanno stabilite dal medico curante in base alla situazione glicometabolica del paziente.In linea di massima la posologia e' di 1-3 compresse al giorno, suddivise ai pasti principali. Anziani. Pazienti con eta' pari o superiorea 65 anni: le dosi iniziali e di mantenimento di glibenclamide devonoessere attentamente aggiustate per ridurre il rischio di ipoglicemia.Il trattamento deve iniziare con la dose disponibile piu' bassa e se necessario aumentarla gradualmente (vedere paragrafo 4.4). Compromissione renale: la GFR deve essere valutata prima di iniziare il trattamento con medicinali contenenti metformina e, successivamente, almeno unavolta all'anno. Nei pazienti con aumentato rischio di ulteriore progressione della compromissione renale e negli anziani, la funzione renaledeve essere valutata con maggior frequenza, ad es. ogni 3-6 mesi. Ladose massima giornaliera di metformina deve essere preferibilmente suddivisa in 2-3 dosi giornaliere. I fattori che possono aumentare il rischio di acidosi lattica (vedere paragrafo 4.4) devono essere riesaminati prima di prendere in considerazione l'inizio del trattamento con metformina in pazienti con GFR < 60 mL/min. Qualora non fosse disponibile un dosaggio adeguato di Gliconorm, i singoli monocomponenti devono essere utilizzati al posto dell'associazione a dose fissa. GFR: 60-89 ml/min. Metformina: la massima dose giornaliera e' 3.000 mg. Una riduzione della dose puo' essere presa in considerazione a fronte del peggioramento della funzione renale. GFR: 45-59 ml/min. Metformina: la massima dose giornaliera e' 2.000 mg. La dose iniziale non deve superare meta' della dose massima. GFR: 30-44 ml/min. Metformina: la massima dosegiornaliera e' 1.000 mg. La dose iniziale non deve superare meta' della dose massima. Glibenclamide: una ridotta funzione renale puo' dareluogo a fenomeni di accumulo del prodotto e quindi a maggiore frequenza di fenomeni ipoglicemici. GFR: <30 ml/min. Metformina: metformina e'controindicata. Glibenclamide: glibenclamide e' controindicata.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film contiene i principi attivi: glibenclamide 5,00 mg; metformina cloridrato 500,00 mg. Per l'elenco completodegli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.