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DULOXETINA EG*28CPS GASTR30MG

DULOXETINA EG*28CPS GASTR30MG

EG SpA
minsan: 043943024
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AVVERTENZE
Mania e convulsioni. La duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni. Midriasi. In associazione all'uso di duloxetina e' stata riportata midriasi; pertanto, si deve usare cautela nella prescrizione di duloxetina a pazienti con aumentata pressione intraoculare o nei pazienti a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca. In alcuni pazienti la duloxetina e' stata associata ad un aumento della pressione arteriosa e a ipertensione clinicamente significativa. Questo puo' essere dovuto all'effetto di duloxetina sul sistema noradrenergico. Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente. Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio pressorio, soprattutto durante il primo mese di trattamento. La duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche potrebbero risultare compromesse da patologie che comportano un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. Deve inoltre essere usata cautela quando la duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo. Pazienti che durante la terapia con duloxetina presentano un aumento della pressione arteriosa persistente nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose, o una graduale sospensione del trattamento. Compromissione renale. Nei pazienti con grave alterazione della funzionalita' renale in emodialisi (clearance della creatinina <30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate. Sindrome serotoninergica. Una sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, puo' verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con il contemporaneo uso di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che alterano il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici I sintomi della sindrome da serotonina possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilita' del sistema nervoso autonomo (ad es. tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperreflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea). Se un trattamento concomitante con duloxetina e altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici e' clinicamente giustificato, si consiglia un'attenta osservazione del paziente, in particolare all'inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose. Erba di san Giovanni. E' possibile l'insorgenza di piu' frequenti effetti indesiderati durante l'uso concomitante di duloxetina e preparati erboristici contenenti l'erba di san Giovanni (Hypericum perforatum). Suicidio. Disturbo depressivo maggiore e disturbo d'ansia generalizzato: la depressione e' associata ad aumento del rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (comportamento suicidario). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. E' esperienza clinica generale che il rischio di suicidio possa aumentare nelle fasi precoci di miglioramento. Altre patologie psichiatriche per le quali la duloxetina e' prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento suicidario. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Quando si trattano pazienti con altri disturbi psichiatrici si devono pertanto osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore. I pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio oppure quelli che presentano un significativo grado di ideazione suicidaria prima dell'inizio del trattamento si ritiene siano maggiormente a rischio per avere pensieri suicidari o per tentare il suicidio, e devono ricevere un attento monitoraggio durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di eta' inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo. Durante la terapia con duloxetina o subito dopo la conclusione del trattamento sono stati segnalati casi di ideazione e comportamento suicidario. La terapia deve prevedere un'attenta supervisione dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, soprattutto durante le prime fasi del trattamento ed in seguito a modificazioni posologiche. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti in merito alla necessita' di monitorare la comparsa di un qualsiasi peggioramento clinico, di comportamento o ideazione suicidaria e di insolite alterazioni comportamentali e di consultare immediatamente un medico, nel caso in cui questi sintomi si presentino. Dolore neuropatico diabetico periferico: durante la terapia con duloxetina o subito dopo la conclusione del trattamento sono stati segnalati casi di ideazione e comportamento suicidario. Per quanto riguarda i fattori di rischio per il suicidio nella depressione, si rimanda a quanto detto in precedenza. I medici devono incoraggiare i pazienti a riferire qualsiasi pensiero o sensazione di angoscia in qualsiasi momento. Emorragia. Con l'assunzione di Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) e di Inibitori della Ricaptazione della Serotonina/Noradrenalina (SNRI), duloxetina inclusa, sono state segnalate manifestazioni emorragiche come ecchimosi, porpora ed emorragia gastrointestinale. Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo anticoagulanti e/o medicinali noti per avere effetti sulla funzionalita' piastrinica [ad es. Farmaci anti-infiammatori Non Steroidei (FANS) o l'acido acetilsalicilico (ASA)], e nei pazienti con accertate tendenze al sanguinamento. Iposodiemia. Durante la somministrazione di duloxetina e' stata riportata iposodiemia, inclusi casi con sodiemia inferiore a 110 mml/l. L'iposodiemia puo' essere dovuta ad una sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Psicoanalettici; altri antidepressivi.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione. Conservare il medicinale nella confezione originale per proteggerlo dall'umidita'.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti. L'uso contemporaneo di duloxetina con gli Inibitori della Monoamino Ossidasi (IMAO) non selettivi ed irreversibili e' controindicato. Epatopatia con alterazione della funzionalita' epatica. La duloxetina non deve essere usata in associazione con fluvoxamina, ciprofloxacina o enoxacina (potenti inibitori del CYP1A2) poiche' tale associazione determina concentrazioni plasmatiche elevate di duloxetina. Grave compromissione della funzionalita' renale (clearance della creatinina <30 ml/min). L'inizio del trattamento con duloxetina e' controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, che potrebbe esporre i pazienti ad un potenziale rischio di crisi ipertensiva.
DENOMINAZIONE
DULOXETINA EG CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI
ECCIPIENTI
Contenuto della capsula: ipromellosa, ipromellosa acetato succinato, saccarosio, sfere di zucchero (saccarosio, amido di mais), talco, titanio diossido (E171), idrossipropilcellulosa. Involucro della capsula: gelatina, titanio diossido (E171), indigotina (E132), ossido di ferro giallo (E172) (solo per capsule da 60 mg).
EFFETTI INDESIDERATI
Sintesi del profilo di sicurezza. Nei pazienti trattati con duloxetina le reazioni avverse più comunemente riportate sono state nausea, cefalea, secchezza della bocca, sonnolenza e capogiro. Tuttavia, la maggioranza delle reazioni avverse comuni si è presentata da lieve a moderata, generalmente esse sono iniziate precocemente durante la terapia e la maggior parte di esse tendeva a ridursi con il proseguimento della terapia. Di seguito sono mostrate le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo (comprendenti un totale di 9.454 pazienti, di cui 5.703 trattati con duloxetina e 3.751 trattati con placebo) su depressione, disturbo d'ansia generalizzato e dolore neuropatico diabetico. Reazioni avverse. Stima della frequenza: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000). Entro ciascun gruppo di frequenze, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità. Infezioni ed infestazioni. Non comune: laringite. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazione anafilattica, disturbo di ipersensibilizzazione. Patologie endocrine. Raro: ipotiroidismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: diminuzione dell'appetito; non comune: iperglicemia (segnalata soprattutto nei pazienti diabetici); raro: disidratazione, iposodiemia, sindrome da inappropriata secrezione di adh (siadh). Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia, agitazione, riduzione della libido, ansia, orgasmo anormale, sogni anomali; non comune: ideazione suicidaria, disturbi del sonno, bruxismo, disorientamento, apatia; raro: comportamento suicidario, mania, allucinazioni, aggressione e rabbia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: mal di testa, sonnolenza; comune: capogiri, letargia, tremore, parestesia; non comune: mioclonia, acatisia, nervosismo, disturbi dell'attenzione, disgeusia, discinesia, sindrome delle gambe senza riposo, sonno di scarsa qualità; raro: sindrome da serotonina, convulsioni, irrequietezza psicomotoria, sintomi extrapiramidali. Patologie dell'occhio. Comune: visione offuscata; non comune: midriasi, compromissione della visione; raro: glaucoma. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito; non comune: vertigini, dolore all'orecchio. Patologie cardiache. Comune: palpitazioni; non comune: tachicardia, aritmia sopraventricolare per lo più fibrillazione atriale. Patologie vascolari. Comune: aumento della pressione sanguigna, vampate; non comune: sincope, ipertensione, ipotensione ortostatica, freddo alle estremità; raro: crisi ipertensiva. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sbadiglio; non comune: costrizione alla gola, epistassi. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, secchezza delle fauci; comune: stitichezza, diarrea, dolore addominale, vomito, dispepsia, flatulenza; non comune: emorragia gastrointestinale, gastroenterite, eruttazione, gastrite, disfagia; raro: stomatite, ematochezia, alitosi. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite, aumento degli enzimi epatici (alt, ast, fosfatasi alcalina), danno epatico acuto; raro: insufficienza epatica, ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: aumento della sudorazione, eruzione cutanea; non comune: sudorazione notturna, orticaria, dermatite da contatto, sudori freddi, reazioni di fotosensibilità, aumentata tendenza ai lividi; raro: sindrome di stevens- johnson, edema angioneurotico; molto raro: vasculite cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolori muscoloscheletrici, spasmi muscolari; non comune: rigidità muscolare, contrazioni muscolari; raro: trisma. Patologie renali e urinarie. Comune: disuria, pollachiuria; non comune: ritenzione urinaria, difficoltà a iniziare la minzione, nicturia, poliuria, ridotto flusso urinario; raro: odore anomalo dell'urina. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: disfunzione erettile, disturbi dell'eiaculazione, eiaculazione ritardata; non comune: emorragia di tipo ginecologico, disturbi mestruali, disfunzione sessuale, dolore ai testicoli; raro: sintomi da menopausa, galattorrea, iperprolattinemia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: cadute, stanchezza; non comune: dolore al torace, sensazione anomala, sensazione di freddo, sete, brividi, malessere, sensazione di caldo, disturbi della deambulazione. Esami diagnostici. Comune: riduzione ponderale; non comune: aumento ponderale, aumento della creatina fosfochinasi ematica, aumento dei livelli di potassio nel sangue; raro: aumento dei livelli di colesterolo nel sangue. Descrizione delle reazioni avverse selezionate. L'interruzione del trattamento con duloxetina (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da sospensione. Le reazioni più comunemente riportate sono capogiri, disturbi del sensorio (incluse parestesie o sensazioni tipo scossa elettrica, con particolare localizzazione cranica), disturbi del sonno (inclusa insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilità, diarrea, iperidrosi e vertigini. Generalmente, per gli ssri e gli snri, questi eventi sono di entità da lieve a moderata ed auto- limitanti, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non è più necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose. In tre studi clinici di fase acuta della durata di 12 settimane con duloxetina, in pazienti con dolore neuropatico diabetico, è stato osservato un aumento della glicemia a digiuno di lieve entità ma statisticamente significativo nei pazienti trattati con duloxetina. Il valore di hba1c è risultato stabile sia nei pazienti trattati con duloxetina che in quelli trattati con placebo. Nella fase di estensione di questi studi, durata fino a 52 settimane, c'è stato un aumento del valore di hba1c in entrambi i gruppi di pazienti trattati con duloxetina e con trattamento di routine, ma l'aumento medio è stato maggiore dello 0,3% nel gruppo trattato con duloxetina. C'è stato anche un lieve aumento della glicemia a digiuno e del colesterolo totale nei pazienti trattati con duloxetina, mentre i test di laboratorio hanno mostrato una lieve diminuzione nel gruppo sottoposto a trattamento di routine. Nei pazienti trattati con duloxetina l'intervallo qt corretto per la frequenza cardiaca non è risultato diverso da quello osservato nei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati con duloxetina e in quelli trattati con placebo non sono state osservate differenze clinicamente significative per le misurazioni del qt, pr, qrs, o qtcb.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza. Non vi sono dati adeguati sull'uso di duloxetina nelle donne gravide. Studi effettuati su animali hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva per l'esposizione a concentrazioni sistemiche (AUC) di duloxetina piu' basse rispetto all'esposizione clinica massimale. Non si conoscono i potenziali rischi per gli esseri umani. Dati epidemiologici indicano che l'uso di farmaci SSRI durante la gravidanza, in particolare nell'ultimo periodo della gravidanza, puo' aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN). Sebbene nessuno studio abbia investigato l'associazione di PPHN al trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non puo' essere escluso con duloxetina, considerando il meccanismo d'azione (inibizione della ricaptazione della serotonina). Sintomi da sospensione possono verificarsi nel neonato dopo un uso materno di duloxetina in prossimita' del parto. Sintomi da sospensione osservati con duloxetina possono includere ipotonia, tremore, nervosismo, difficolta' nell'allattamento, difficolta' respiratoria e convulsioni. La maggior parte dei casi si sono verificati sia alla nascita sia entro pochi giorni dalla nascita. La duloxetina deve essere usata in gravidanza solo se il possibile beneficio supera il potenziale rischio per il feto. Le pazienti sono pregate di informare il proprio medico curante se restano incinte o intendono iniziare una gravidanza durante il trattamento. Allattamento al seno. Sulla base di uno studio effettuato su 6 donne in periodo di allattamento, che non allattavano al seno i loro bambini, e' emerso che la duloxetina viene scarsamente eliminata nel latte materno. Calcolata in mg/kg, la dose infantile giornaliera stimata corrisponde circa allo 0,14% della dose materna. Poiche' la sicurezza di duloxetina nei neonati non e' nota, l'uso di duloxetina durante l'allattamento al seno non e' raccomandato. Fertilita'. La duloxetina non ha avuto effetti sulla fertilita' maschile, e gli effetti nelle femmine sono stati evidenti solo a dosi che hanno causato una tossicita' materna.
INDICAZIONI
Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico. Trattamento del disturbo d'ansia generalizzato. Il medicinale e' indicato per l'uso negli adulti.
INTERAZIONI
Inibitori della monoamino ossidasi (MAO-I): a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica, la duloxetina non deve essere usata in associazione con gli IMAO non selettivi ed irreversibili, o almeno entro i 14 giorni immediatamente successivi alla sospensione del trattamento con un IMAO. In base all'emivita della duloxetina, si devono attendere almeno 5 giorni dopo la sospensione di duloxetina prima di iniziare il trattamento con un IMAO. L'uso di duloxetina in associazione con un IMAO selettivo e reversibile, come moclobemide, non e' raccomandato. L'antibiotico linezolid e' un IMAO reversibile non selettivo e non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con duloxetina. Inibitori del CYP1A2: poiche' il CYP1A2 e' coinvolto nel metabolismo di duloxetina, e' probabile che l'uso di duloxetina in associazione con potenti inibitori del CYP1A2 determini concentrazioni piu' alte di duloxetina. La fluvoxamina (100 mg una volta al giorno), un potente inibitore del CYP1A2, ha diminuito la clearance plasmatica apparente di duloxetina di circa il 77% ed ha aumentato di 6 volte l'AUC 0- t. Pertanto la duloxetina non deve essere somministrata in associazione con potenti inibitori del CYP1A2 come la fluvoxamina. Medicinali attivi sul SNC: il rischio di assunzione di duloxetina in associazione con altri medicinali attivi sul SNC non e' stato valutato in maniera sistematica, ad eccezione dei casi descritti in questo paragrafo. Pertanto, si consiglia cautela quando la duloxetina viene assunta in associazione con altri medicinali od altre sostanze che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, inclusi l'alcool ed i medicinali sedativi (ad esempio benzodiazepine, morfinomimetici, antipsicotici, fenobarbitale, antistaminici sedativi). Farmaci serotoninergici: in rari casi e' stata segnalata sindrome serotoninergica in pazienti che facevano uso di SSRI/SNRI contemporaneamente a farmaci serotoninergici. Si consiglia cautela se la duloxetina viene usata contemporaneamente con medicinali serotoninergici come SSRI, SNRI, antidepressivi triciclici come clomipramina o amitriptilina, IMAO come moclobemide o linezolid, erba di san Giovanni (Hypericum perforatum) o triptani, tramadolo, petidina e triptofano. Effetto della duloxetina su altri prodotti medicinali. Medicinali metabolizzati dal CYP1A2: la farmacocinetica della teofillina, un substrato del CYP1A2, non e' risultata significativamente alterata dalla somministrazione contemporanea con duloxetina (60 mg due volte al giorno). Medicinali metabolizzati dal CYP2D6: la duloxetina e' un inibitore moderato del CYP2D6. Quando duloxetina e' stata somministrata ad un dosaggio di 60 mg due volte al giorno in associazione con una singola dose di desipramina, un substrato del CYP2D6, l'AUC di desipramina e' aumentato di 3 volte. La somministrazione contemporanea di duloxetina (40 mg due volte al giorno) aumenta l'AUC allo steady state di tolterodina (2 mg due volte al giorno) del 71% ma non influenza la farmacocinetica del suo metabolita attivo 5-idrossile, e non si raccomanda un aggiustamento del dosaggio. Si consiglia cautela se duloxetina e' somministrata in associazione con medicinali che sono prevalentemente metabolizzati dal CYP2D6 (risperidone, antidepressivi triciclici [TCA] come nortriptilina, amitriptilina ed imipramina) in particolare se questi hanno un basso indice terapeutico (cosi' come flecainide, propafenone e metoprololo). Contraccettivi orali ed altri agenti steroidei: i risultati di studi in vitro dimostrano che la duloxetina non induce l'attivita' catalitica del CYP3A. Non sono stati effettuati studi specifici sull'interazione del farmaco in vivo. Anticoagulanti ed agenti antipiastrinici: deve essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in associazione con anticoagulanti o con agenti antipiastrinici a causa di un potenziale aumento del rischio di sanguinamento attribuibile ad una interazione farmacodinamica. Inoltre, quando duloxetina e' stata somministrata a pazienti in trattamento con warfarin sono stati riferiti aumenti dei valori INR. Tuttavia, la somministrazione di duloxetina in associazione a warfarin in condizioni di completo benessere clinico, in volontari sani, come parte di uno studio di farmacologia clinica, non ha dato luogo ad una variazione clinicamente significativa del valore INR rispetto al basale o della farmacocinetica di R- o S-warfarin. Effetto di altri prodotti medicinali su duloxetina Antiacidi ed antagonisti dei recettori H 2: la somministrazione di duloxetina in associazione con antiacidi contenenti alluminio e magnesio o di duloxetina con famotidina non ha avuto un effetto significativo sulla velocita' o entita' dell'assorbimento di duloxetina dopo somministrazione di una dose orale di 40 mg. Induttori del CYP1A2: studi di analisi della farmacocinetica di popolazione hanno evidenziato che i fumatori presentano concentrazioni plasmatiche di duloxetina quasi del 50% piu' basse rispetto ai non fumatori.
POSOLOGIA
Posologia. Disturbo depressivo maggiore. La dose di partenza e di mantenimento raccomandata e' 60 mg una volta al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. Dosi superiori a 60 mg una volta al giorno, fino ad una dose massima di 120 mg al giorno, sono stati valutati in studi clinici dal punto di vista della sicurezza. Tuttavia, non c'e' evidenza clinica che suggerisca che i pazienti che non rispondono alla dose iniziale raccomandata possano beneficiare di ulteriori innalzamenti della dose. La risposta terapeutica si osserva abitualmente dopo 2 - 4 settimane di trattamento. Dopo consolidamento della risposta antidepressiva, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare la ricaduta. Nei pazienti con una storia di ripetuti episodi di depressione maggiore e che rispondono alla duloxetina, puo' essere preso in considerazione un ulteriore trattamento a lungo termine con dosi da 60 a 120 mg al giorno. Disturbo d'ansia generalizzato. La dose di partenza raccomandata nei pazienti con disturbo d'ansia generalizzato e' 30 mg una volta al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. Nei pazienti che presentano una risposta insufficiente la dose deve essere aumentata a 60 mg, che e' la dose di mantenimento abituale nella maggior parte dei pazienti. Nei pazienti con co-morbilita' per il disturbo depressivo maggiore, la dose di partenza e di mantenimento e' 60 mg una volta al giorno. Negli studi clinici, dosi fino a 120 mg al giorno hanno dimostrato di essere efficaci e sono stati valutati da un punto di vista della sicurezza. Nei pazienti con insufficiente risposta a 60 mg, possono pertanto essere considerati aumenti fino a 90 mg o a 120 mg. Un aumento della dose deve essere effettuata in base alla risposta clinica e alla tollerabilita'. Dopo il consolidamento della risposta, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare una ricaduta. Dolore neuropatico diabetico periferico. La dose di partenza e di mantenimento raccomandata e' 60 mg una volta al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. Dosi superiori a 60 mg una volta al giorno, fino ad una dose massima di 120 mg al giorno, sono state valutate in studi clinici dal punto di vista della sicurezza. La concentrazione plasmatica di duloxetina mostra un'ampia variabilita' interindividuale pertanto, pazienti che non rispondono sufficientemente a 60 mg possono trarre beneficio da una dose piu' elevata. La risposta al trattamento deve essere valutata dopo 2 mesi. Dopo questo periodo di tempo, nei pazienti con risposta iniziale inadeguata e' improbabile una risposta tardiva. Il beneficio terapeutico deve essere rivalutato regolarmente (almeno ogni tre mesi). Sospensione del trattamento. Il trattamento non deve essere sospeso bruscamente. Quando si interrompe il trattamento con duloxetina le dosi devono essere gradualmente ridotte nell'arco di almeno una o due settimane per ridurre il rischio di sintomi da sospensione. Qualora comparissero sintomi intollerabili dopo la riduzione della dose o durante la sospensione del trattamento, considerare la possibilita' di ripristinare la dose precedente. Dopodiche' il medico continuera' a diminuire il dosaggio ma piu' lentamente. Popolazioni speciali. Anziani. Nei pazienti anziani non e' raccomandato un aggiustamento della dose solamente in base all'eta'. Tuttavia deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani, specialmente nel disturbo depressivo maggiore o nel disturbo d'ansia generalizzato con duloxetina 120 mg al giorno, per il quale i dati sono limitati. Compromissione epatica. La duloxetina non deve essere usata nei pazienti con epatopatia con alterazione della funzionalita' epatica. Compromissione renale. Nei pazienti con lieve o moderata alterazione della funzionalita' renale (clearance della creatinina da 30 a 80 ml/min) non e' necessario un aggiustamento del dosaggio. La duloxetina non deve essere usata nei pazienti con alterazione grave della funzionalita' renale (clearance della creatinina <30 ml/min). Popolazione pediatrica La duloxetina non deve essere usata nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni per il trattamento del disturbo depressivo maggiore a causa di problemi di sicurezza ed efficacia. La sicurezza e l'efficacia di duloxetina per il trattamento del disturbo d'ansia generalizzato nei pazienti pediatrici di eta' compresa tra 7 e 17 anni non sono state stabilite. La sicurezza e l'efficacia di duloxetina per il trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico non sono state studiate. Non vi sono dati disponibili. Modo di somministrazione. Uso orale.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni capsula rigida gastroresistente contiene 30 mg di duloxetina (come cloridrato). Ogni capsula rigida gastroresistente contiene 60 mg di duloxetina (come cloridrato).

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